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Citazione casuale: Higgins: O mio Dio, che cosa รจ questo odore? - TC: Higgy-Baby, stai parlando dell'originale di mio zio Roland creolo, fiammeggiante, Bayou-blaster chili. Vuoi provare un piccolo assaggio? - Higgins: Non senza un paramedico nei dintorni
- (Aggiunto da: tiger)


Manoscritto lasciato in bella vista-per-J.Q.Higgins
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tiger
Inviato 30/10/2019 17:40 (#208)
Soggetto: Manoscritto lasciato in bella vista-per-J.Q.Higgins



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Un bel messaggio Magnumaro (da un utente di FB della nostra pagina)

 

MANOSCRITTO LASCIATO IN BELLA VISTA

IN FAVORE DI JONATHAN Q. HIGGINS

1988 Oahu Hawaii

Due uomini, uno bassino e castano l’altro muscoloso e di colore, irrompono nell’appartamento in riva al mare di un loro amico, lo stanno cercando da giorni. Sul tavolo davanti al divano trovano dei fogli scritti a macchina. Prima di iniziare a leggere vengono interrotti da un terzo uomo che entra, è il responsabile della grande tenuta in cui si trovano, anche lui sta cercando l’uomo che abita in quella che in realtà è una dependànce in riva al mare.Due dobermann neri rimangono di guardia sulla porta.

I tre si scambiano poche parole di intesa e poi si tuffano sul piccolo mucchio di fagli scritti.Cominciano a leggere.

….

«Salve Higgins!

Scommetto che è seduto sul divano e che sta leggendo questi fogli, si domanderà che fine abbia fatto? Ma soprattutto si domanderà dov’è la Ferrari?La macchina l’ho presa io, d’accordo con Robin, lo sa? Credo che voglia acquistarne un’altra? Per un momento avevo creduto che lei fosse RobinMasters,

Ma ora ho capito che mi sbagliavo.

Robin è uno scrittore che ha imitato per tutta la vita la voce di Orson Wells, avrebbe voluto essere Hemingway e si è ritrovato a vivere come Howard Hughes; ma è anche una gran brava persona.

Dicevo, la Ferrari la tengo ancora per un po’, anzi Robin mi ha detto di usarla finché voglio, ma stia tranquillo a breve la riporto alla tenuta.

Si domanderà dove sono finito?

Un po’ di pazienza vecchio mio.

 

Devo dire che questi otto anni passati con lei sono stati veramente belli, anche se la morte prima di Dan poi di Mac e, infine di Diane, mi hanno segnato e mi segneranno per sempre.

Ma lei questo lo sa già.

Sa già che ho ritrovato Michelle, che credevo morta in Vietnam, e che ho da poco scoperto che abbiamo una bambina, Lily, e questo sì che mi ha definitivamente cambiato, caro Higgins.

Ho anche capito di essere un uomo da un solo matrimonio, e io ho sposato Michelle, anni fa in Vietnam. Niente più ballerine, come le chiama lei.

Ormai ho quasi quarantacinque anni e sinceramente non è più il tempo di correre in Ferrari con i pantaloncini corti, di correre dietro a qualche bella cliente, o fare il responsabile della sicurezza nel Nido di Robin, magari scappando inseguito da Zeus e Apollo.

Non ci crederà ma anch’io ho un po’ di amor proprio.

Anche questo lavoro, la licenza da P.I. (private investigator), credo che abbia fatto il suo tempo. Non che io non ami questa professione, sia chiaro, ma sono ormai dieci anni che seguo ‘squallidi casi di divorzio’, è così che lei ha sempre definito il mio lavoro.

Eppure sappiamo bene entrambi di quanta dignità letteraria è intriso questo mestiere. Lei ha sempre preferito l’Holmes di Conan Doyle, ma io ho amato profondamente Miss Marple di Miss Agatha.

Tuttavia sono americano, e anche se a lei dà fastidio, il genere poliziesco lo abbiamo inventato noi con il nostro Edgar Allan Poe. Ho sempre amato questo scrittore, fin dalla High School.

Ancora rido al suo fastidio durante le nostre partite a scacchi, quando inventando mosse assurde le facevo scacco matto. E allora le citavo Poe quando dice che un giocatore di scacchi non ha una vera mente analitica, e gli preferisce il giocatore di dama, lui sì che è veramente un logico.

Io sono quel giocatore di dama Higgins, e lei diventava tutto rosso dal collo della camicia in su.

Comunque quello che volevo dire è che il mio lavoro ha un fascino incredibile, camminare sulle orme di Sam Spade o di Philip Marlowe è seducente, almeno per un certo periodo, almeno se si affronta una crisi come l’ho avuta io, circa dieci anni fa, in Marina dopo il Vietnam.

Sono partito volontario nel ’68, mentre i giovani di tutto il mondo si rivoltavano io, ma anche T.C. e più tardi Rick, ci siamo arruolati per servire il nostro paese.

Ci ho messo del tempo a capire, lo sa Higgins? Oggi non lo rifarei, mi rifiuterei di andare in guerra, o almeno in quella guerra, è stata una porcheria, non avevamo alcun diritto di fare quello che abbiamo fatto. Il conteggio dei corpi!

Lochiamavano così; ogni volta che uscivamo in missione dovevamo tornare con qualche cadavere di vietkong ucciso, solo che erano sempre vietnamiti innocenti.

 

Il fatto è che a venti anni si fanno sogni eroici e ci si crede immortali. Poi la vita risponde a domande che tu non hai mai posto.

Ne abbiamo parlato a lungo, io e lei, di sera, alla tenuta. Lei ha combattuto i nazisti, ed era giusto, mentre noi ci siamo inventati un nemico che non c’era, al massimo stavamo rendendo calda la guerra fredda che si era congelata a Cuba.

Ma io tutto questo allora non lo sapevo!

Dopo che abbiamo sfollato da Saigon, sono stato male, sia per via di Michelle, che credevo morta, sia per la guerra in sé, ho resistito fino al ’78, quando mi sono dimesso per diventare P.I.

Credo di aver capito la questione che ci siamo sempre posti, io e lei, sulla guerra.

Lo sa Higgins? Credo di aver risposto alla domanda: perché noi siamo sopravvissuti?

Non siamo sopravvissuti, siamo o no in paradiso?

Non faccia quell’espressione Higgins, stavo scherzando.

 

Ognuno di noi, che ce l’ha fatta, ha fatto i conti con i sensi di colpa dell’essere tornato vivo.

Perché io sì e tanti altri ragazzi no? Era questo che ci domandavamo nella tenuta di Robin, ricorda Higgins? Certo che si ricorda.

Bene, l’altra sera ho capito che in guerra chi sopravvive non ha merito e chi muore non ha colpa, una volta capita questa logica assurda la domanda sfuma come la nebbia.

No Higgins, non l’ho sognata questa risposta, l’ho meditata da sveglio.

 

Comunque sia, come dicevo all’inizio, è ora di crescere, di prendere una casa vera in affitto e di acquistare un’auto tutta mia, nel frattempo tengo la Ferrari ancora un po’.

Come sa il caso di Michelle, sposata con il generale vietnamita, ha convinto la Marina a richiamarmi in servizio, ci sono cose che le spiegherò a voce.

Dopo dieci anni ho rimesso la divisa, non le dispiace se le lascio i pantaloncini corti e le mie camicie vero? È che ancora non ho trovato un appartamento. Il berretto no, quello lo terrò sempre con me, altrimenti come farei a guardare una partita dei Detroit Tigers.

Per ora mi trova a Perl, in un alloggio per ufficiali, in attesa di prendere casa.

La saluto Higgins, grazie per questi bellissimi otto anni; ci vedremo presto, e saluti anche Rick e T.C., immagino che siano seduti vicino a lei, vero ragazzi?

Non le dirò che ho decifrato la password dell’allarme della tenuta, né che ho scoperto la combinazione della cassaforte.

 

Thomas Sullivan Magnum ».

 

E.V.

 

 

 





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